Maccio Capatonda diceva:”scopareee”
Noi diciamo:”scopatiii”
Una presa in giro? mica tanto.
Immaginate per esempio una conversazione fra alcuni amici. Ora immaginate che all’improvviso salti fuori un Kitkat e che percaso uno dei presenti si renda conto che accanto al logo Nestle et Kitkat compaia il logo Fairtrade.
“Che ci fa il logo Fairtrade!?” potrebbe esclamare qualcuno sorpreso.
E puntalmente…”ma come non lo sai? da qualche anno la Nestle collabora attivamente con la Fairtrade Foundation per offrire un futuro migliore ai produttori di cacao..eh! meno male che a questo mondo c’e qualcuno che fa qualcosa…e poi quelli che dicono che la Nestle è una multinazionale senza scrupoli …. Malelingue…”
Eh sí, proprio malelingue.
Nel 2010 la Nestle in collaborazione con la FairTrade Foundation lancia il Fairtrade Kitkat.
Il Kitkat rappresenta una cifra d’affari di due miliardi di dollari l’anno. I prodotti Fairtrade hanno un potenziale di crescita che va dai 32m del 2008 ai 343m del 2010 solo in UK e solo per il cioccolato Fairtrade: con tassi di incremento cosi qui parliamo della Serie A.
Di piu, la Nestle è la più grande compagnia al mondo per acquisto di cacao ma ha certificato di lavorare solo con l’1,1% di produttori che cercano di eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile. Poco Fairtrade insomma.
Tirando le somme possiamo concludere che qui si parla di soldi veri, bei soldi come si direbbe a Roma.
Ma io mi sono fatto una pensata, la volete ascoltare?
“No no non ce ne frega, malelingue malelingue”
E io invece ve la dico lo stesso.
Io vi dico che se a casa vostra nasce un giro d’affari colossale voi volete la vostra fetta.
E non dovete per forza fare qualcosa per ottenerla. Se l’ospite entra a casa vostra deve pagare un affitto, puro e semplice. O una mazzetta se facciamo fra di noi.
Poi se si parla di condizioni eque e solidali magari e per non far lamentare i vicini se si fa un po di rumore, ma su istruzione e salute o in un granello di giustizia sociale, quello proprio, raccontatelo a chi ancora dorme in piedi.
Riduciamo quindi tutto a una questione di marketing e di soldi perchè l’immagine deve essere pulita affinche i soldi siano buoni e la migliore lavanderia è la Fairtrade.
Il Kitkat era buono, come al solito. Pero non mi sento molto meglio adesso che so che la Nestle contribuisce a fornire un salario solidale a 4500 ivoriani, una goccia nell’oceano d’ailleurs: mi sento solo di aver preso un altro schiaffo.
Ora perfavore guardate anche voi dall’altra parte e tornate a comprare il vostro cioccolato, non è successo nulla.