In base a quanto apprendiamo da Groklaw, la decima corte d’appello degli Stati Uniti (quella relativa agli stati Oklahoma, Kansas, New Mexico, Colorado, Wyoming, Utah ed alcuni pezzi dello Yellostone National Park) ha rigettato per intero l’appello presentato da SCO, in merito alla proprietà di alcuni copyright delle versioni iniziali di Unix, che indirittamente avrebbero riguardato anche i sistemi GNU/Linux.
In questo documento (PDF) vengono spiegate, in modo non proprio immediato alla comprensione per i non addetti ai lavori, le motivazioni per le quali le argomentazioni presentate da SCO per l’appello non siano state considerate valide, respingendo in definitiva l’appello. Nonostante esista tecnicamente la possibilità che SCO si appelli alla corte suprema degli stati uniti, questa evenienza è da considerarsi improbabile, ed è ancora più improbabile, visti i precedenti, che la suprema corte accetti simile appello. Si spera quindi che questo capitolo (decisamente triste) della breve storia di Unix, giunga a quella che doveva essere la sua naturale fine.
Questa sentenza ha di per se una importanza storica, affermando con decisione alcuni principi su quella che è la proprietà intelletuale di Unix. Nonostante ciò, tale notizia potrebbe non essere accolta con gli stessi toni entusiastici di quelle precenti, anche per il noto cambio di proprietà della stessa Novell nell’ultimo periodo di questa “querelle” tra studi legali. Taluni, infatti, sollevano qualche dubbio sulle conseguenze a lungo termine, sia sul piano pratico che quello legale, di questa vittoria, con il velato sospetto, non corroborato ancora dai fatti, di essere passati “dalla padella alla brace”.