Appello al presidente Vendola

December 02, 2010 | 7 Minute Read

FSUGitalia aderisce in pieno all’appello rivolto da Guido Iodice al presidente della regione Nichi Vendola

Appello al presidente Vendola a non dare seguito al protocollo d’intesa tra Microsoft e la Regione Puglia e invece promuovere un accordo con le aziende e le realtà sociali promotrici del software libero/open source.Caro Presidente, caro Nichi,

siamo programmatori, sostenitori, e semplici utenti del Software Libero, di GNU/Linux, di Firefox, di OpenOffice.org, di Wikipedia; insomma, di tutto quell’universo che si muove intorno alla condivisione del sapere e alla libertà di poterne usufruire come bene comune e patrimonio collettivo dell’Umanità. Tra noi ci sono persone che fanno impresa con il Software Libero, contribuendo così alla crescita economica del nostro Paese. Altri lavorano con il software libero nei più svariati settori, godendo dei suoi benefici.

Sappiamo che questi temi ti sono familiari. Sappiamo anche che la Regione Puglia ha in programma un disegno di legge per l’adozione di Software Libero nella Pubblica Amministrazione. Abbiamo salutato positivamente, nel tuo programma elettorale, l’attenzione a questo tema.

Per tutti questi motivi siamo rimasti stupiti del Protocollo d’Intesa da te siglato con Microsoft, il principale produttore di software proprietario del mondo.

Non c’è in noi alcun pregiudizio verso quell’azienda o altre. C’è invece la consapevolezza che la lunga storia e i recenti comportamenti di Microsoft – come, ad esempio, l’uso pretestuoso dei brevetti come minaccia per ostacolare lo sviluppo e l’adozione di Software Libero – sono in aperto contrasto con la filosofia e la pratica di apertura, libertà e condivisione che caratterizza il Software Libero. Non siamo contro una specifica impresa, siamo contro il software proprietario, contro la soggezione tecnologica che esso impone al Paese.

Come affermato anche in sede di Unione Europea e confermato da recenti pronunciamenti della Consulta, neutralità tecnologica non può significare “equidistanza” tra software libero e software proprietario, ma deve significare invece libertà di sviluppare tecnologie aperte e interoperabili senza dover chiedere permessi, senza dover firmare contratti di non-divulgazione, senza dover essere sotto la spada di Damocle di una causa per violazione di brevetto, senza dover sottostare all’uso di una determinata piattaforma, senza dover essere limitati nell’applicazione delle tecnologie a certi mercati o certi tipi di dispositivi. In poche parole, senza dover sottostare al modello che i produttori di software proprietario (in questo Microsoft è in prima linea) propongono da sempre. Un modello fatto di uso distorto dei brevetti come strumenti per rafforzare la propria egemonia nel mercato, anziché come strumenti di innovazione. Un modello che ricorre a formati chiusi e protocolli proprietari per vincolare a sé gli utenti ed i loro dati. Un modello animato da pratiche concorrenziali scorrette, frequentemente oggetto di multe milionarie inflitte dalle autorità antitrust dell’Unione Europea.

Software Libero, invece, significa esattamente l’opposto. Significa cioè la possibilità per le imprese, la Pubblica Amministrazione, il mondo della formazione, le famiglie, i singoli cittadini, di non avere porte chiuse, stanze segrete, lucchetti che troppo spesso cancellano la libertà di conoscere e interagire. Software Libero significa anche condivisione, messa in comune di saperi ed esperienze. Significa creazione di opportunità di lavoro. Significa indipendenza – per il pubblico come per il privato – dal singolo fornitore, ma soprattutto autonomia nel determinare i propri strumenti informatici e non solo. Autonomia nel senso più autentico: capacità di decidere di se stessi.

Questo è fondamentale per la Pubblica Amministrazione, che deve garantire a se stessa e ai cittadini che i dati siano elaborati con software controllabili, per poter assicurare la trasparenza, e conservati in formati liberi e documentati, per non ritrovarsi nella dipendenza da un software o da un singolo produttore.

Siamo preoccupati quindi delle ricadute che questa scelta della Regione Puglia può avere sia sull’Amministrazione Pubblica che sul tessuto produttivo Promuovere il software proprietario, le soluzioni informatiche di Microsoft in questo caso, significa infatti mettere una seria ipoteca sulla autonomia e sulla libertà della P.A., dei cittadini e delle imprese, non solo per l’oggi ma per il futuro, perché sappiamo bene di fronte a quali difficoltà e costi è posto chi voglia finalmente fare la scelta del Software Libero dopo anni di utilizzo del software proprietario.

Sappiamo quanto insegnare solo o prevalentemente l’uso del software proprietario nelle scuole e nei corsi di formazione professionale contribuisca a perpetuare il monopolio e deprima la piena autodeterminazione di organizzazioni e singoli. Sappiamo come il “software segreto” tolga agli studenti – soprattutto quelli di materie legate all’informatica – la possibilità di soddisfare il proprio diritto alla conoscenza, essendo impenetrabile allo studio e alla modifica. Sappiamo, soprattutto, quanto questo insegni a tutti costoro ad essere consumatori passivi, sudditi di tecnologie che non possono conoscere e manipolare. La scuola deve invece formare cittadini consapevoli, anche nell’ambito delle tecnologie.

Abbiamo letto con attenzione il testo del Protocollo e le tue repliche. Pur avendo apprezzato la decisione di rispondere prontamente e personalmente, non possiamo che mantenere le nostre preoccupazioni, poiché resta incomprensibile la scelta di Microsoft quale partner per la promozione dell’innovazione e dell’eccellenza, in un quadro dove invece potrebbero esserci partner in linea con quanto abbiamo sinora esposto.

Ti chiediamo quindi di fare una scelta differente: invece di dare seguito al protocollo con Microsoft, riunisci le imprese locali, nazionali e multinazionali e i soggetti associativi che hanno scelto di promuovere prioritariamente il Software Libero. Progetta con questi soggetti la vera innovazione della Puglia, sulla base di un’idea diversa di sviluppo in cui il sapere sia condiviso e non costretto dentro scatole chiuse. Se vorranno, le imprese che sviluppano software proprietario potranno unirsi accettando di rilasciare i loro contributi sotto licenze libere, e garantendo l’utilizzo gratuito e senza vincoli dei brevetti eventualmente coinvolti. In questo modo, il contributo della Regione potrà davvero essere a favore del sapere pubblico e liberamente disponibile a chiunque per la crescita della Puglia, libera da vincoli tecnologici.

Insomma, caro Nichi, ti proponiamo una Puglia libera. Libera dal software proprietario, che la lingua spagnola definisce con adeguata e significativa espressione “software privativo”: quel software che ti priva della libertà di apprendere, di intraprendere, di condividere e lavorare insieme ad altri.

Il Software Libero non è solo prodotto da “un esercito di volenterosi supertecnici che lavorano di notte negli scantinati”, ma da sempre gode del supporto di aziende, governi, enti di ricerca, università. Certamente però negli ultimi anni abbiamo assistito ad una straordinaria evoluzione. Anche grazie a quella idea che tu definisci “romantica” è sorta una grande rivoluzione tecnologica. Oggi sono tante le multinazionali che lavorano con il Software Libero. Sono numerosi gli enti pubblici e le istituzioni scientifiche che non solo usano, ma producono Software Libero. Sono tante le imprese italiane che hanno sposato questa innovazione e creano posti di lavoro e ricchezza nel nostro Paese. E’ a nome di questo variegato e pulsante mondo di aziende, ricercatori, programmatori, semplici appassionati che ti chiediamo di aderire convintamente al nostro progetto di libertà e di studiare insieme una exit strategy dal software proprietario.

Siamo pronti ad aiutarti con indicazioni concrete a realizzare questo obiettivo.

Con stima,

Guido Iodice, blogger, staff linuxqualityhelp.it

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Pubblicheremo in seguito un elenco più aggiornato dei sostenitori dell’appello. Per il momento tantissime associazioni hanno già aderito all’appello, e sono in aumento di ora in ora.

Info: http://guiodic.wordpress.com/2010/11/29/2292/

Tratto dal gruppo facebook: http://tinyurl.com/2v6gz55