Petizione contro l’aumento dell’equo compenso SIAE

December 30, 2013 | 4 Minute Read

Nascosto dal frastuono della legge di stabilità, della webtax e della solita telenovela tra destra e sinistra, sta passando sotto silenzio il disegno di legge, promosso Ministero dei beni e delle attività culturali, per l’aumento del 500% di quello che viene definito “equo compenso per copia privata”.

Per chi non lo sapesse, l’equo compenso altro non è che un prelievo sul valore di DVD, Hard Disk, memory card e dispositivi di memoria vari, compresi smartphone e tablet, che quindi, si traduce in una maggiorazione nel costo complessivo dell’hardware acquistato. Questo prelievo, che non possiamo che non considerare come una vera propria tassa, sarebbe, a detta degli ideatori (l’equo compenso fu ideato e trasformato in legge dall’allora Ministro Bondi) una forma di indennizzo per diritti d’autore.

eurosiae

Dobbiamo quindi presumere che, secondo il legislatore, ogni dispositivo di memorizzazione sia utilizzato per conservare materiale coperto da diritto d’autore, indipendentemente dall’uso che l’utente ne faccia. C’è inoltre da considerare che, l’equo compenso faceva riferimento alla copia “privata” che era possibile fare in relazione al supporto “fisico” acquistato tradizionalmente (VHS, CD, etc…). Al giorno d’oggi la musica, e progressivamente anche il cinema ed in generale i contenuti multimediali stanno abbandonando la dimensione del “download” e della copia privata, per passare sempre di più progressivamente a quella dello streaming, quindi senza una effettiva copia del contenuto (eccezion fatta per il buffering che comunque non dovrebbe essere rilevante in questo senso).

Il presidente di SIAE, Gino Paoli, parla di fondi per promuovere la cultura, ma in realtà si tratta di vane parole che si infrangono contro i dati catastrofici di SIAE stessa, una macchina mangia soldi, che premia pochi e che è solo un costo per la maggioranza degli artisti ad essa iscritta.

Se quindi era già sbagliato l’equo compenso perché pregiudizievole (si può usare una scheda di memoria per memorizzare le foto sulla propria macchina fotografica, o usare dei DVD per masterizzare delle ISO GNU/Linux, e per gli utenti FSUGItalia questo risulta essere un uso assai frequente) e non per copie di opere di ingegno tutelate dalla SIAE, risulta anche anacronistico e non in linea con quello che è lo sviluppo del mercato della fruizione dei contenuti. L’aumento del 500% di questo equo compenso quindi, rappresenterebbe una ulteriore beffa ai danni di un paese che sente il peso di una arretratezza tecnologica nei confronti dei “cugini” europei; al posto di trovare i mezzi per far recuperare al paese il gap tecnologico, si aumentano i dazi e le gabelle, e si fa di tutto per rendere il nostro paese poco interessante dal punto di vista degli investitori.

Per questo motivo, FSUGItalia ha deciso di aderire alla raccolta firme promossa da Altroconsumo (http://www.altroconsumo.it/hi-tech/nc/news/equo-compenso-firma-la-petizione), ed invita tutti coloro che ritengono questo provvedimento iniquo a fare altrettanto; non è più possibile accettare che il mercato della diffusione dei contenuti e della cultura sia continuamente ostacolato dallo stato al fine di mantenere vecchie posizione di privilegio di pochi, a discapito dei fruitori. Una simile ostinazione anacronistica, che talvolta ha quasi i toni di un sistema punitivo nei confronti dello sviluppo tecnologico, comunicativo e culturale, non farà altro che tenere il nostro paese lontano dal resto del mondo, con le facili conseguenze che si possono immaginare.

Fonte: http://www.mysolutionpost.it/blogs/it-law/piana/2013/12/equit%C3%A0-diritto-dautore.aspx

FacebookTwitterGoogle+Share