Nonostante questo sia il periodo dei tablet, e le quote di mercato tendono a dimostrare questo fatto, sono molti i felici possessori di netbook, ovvero di quei piccoli computer con monitor inferiore ai 12 pollici e maggiori di 7, dotati di tastiera e touchpad. Io ne posseggo ben due.
Il primo, un “vecchio Acer Aspire One 110″, di cui più volte ho parlato in questo blog (es qui e qui) e dove, sino ad oggi, era installato una Fedora 14.
Il secondo, comprato quasi un anno fa, è un HP-Mini 210, dotato di Intel N550, con 250Gb di disco ed 1Gb di Ram. Si tratta di un netbook veramente buone, le cui uniche noie sono generate dall’odiabile “Clickpad” (una versione dual touch di un Touchpad Synaptics, senza tasti fisici), sul quale, sino ad oggi vi era installata una Fedora 15 ed una Slackware 13.1
Nonostante sull’Acer 5920G, per motivi a me non ancora del tutto chiari, le installazioni di Ubuntu 11.04, e 11.10 avessero dato esito negativo (al terzo riavvio era visibile solo una imperitura schermata viola) ho deciso di provare l’ultima release (11.10) su entrambi.
Nel A110 ho voluto provare una installazione un po’ più originale; ho messo la partizione di “/boot” nel suo SSD interno, ed ho utilizzato come “/” e come “/home” due partizioni formattate in brtfs sulla scheda SD da 16Gb. L’installazione, senza troppi problemi è arrivata a termine (e di questo va fatto onore al team di Ubuntu, perchè, per quelle che ho provato sin ora, è in assoluto la più semplice per l’utente medio, anche se “oscura” alcune possibilità di configurazione). Al successivo riavvio, appaiono alcuni errori di grub su eventuali file non trovati e si sofferma un po’ troppo su operazione di controllo del filesystem (cosa che in realtà fa ad ogni riavvio) ma arriva tranquillamente alla scheramta di login, ed in seguito all’interfaccia di Unity.
Sul HP il patizionamento è stato assai più semplice, avendo mantenuto Slackware, e avendo posto la rootfs di Ubuntu su quella che prima era di Fedora 15, mantenendo la stessa “home” directory.
In entrambi i casi ho poututo constatare che Unity, con il quale mi ero trovato male, sia sul Notebook che sul computer fisso, si presta molto bene all’uso Netbook, a mio avviso, in modo migliore rispetto agli altri.
Ho potuto constatare anche i progressi dell’ “Ubuntu Shpping Center”, assai comodo ed agevole per l’utente che per la prima volta si approccia a questo tipo di sistemi (anche se personalemente per certe cose preferisco l’approccio a riga di comando o ibrido come quello di yumex su Fedora).
Se prendiamo le due cose in esame insieme (Unity + Ubuntu Shopping Center), e se ci aggiungiamo tutto il lavoro svolto da Canonical in “Linaro”, è evidente come Canonical si stia muovendo (e direi abbastanza bene) nella direzione futuribile di sistemi GNU/Linux Ubuntu sui tablet.