Quanto scrivo non è una “review” tecnica in piena regola, e non ne seguira i canoni concreti. Di fatto, ho provato, come di consueto ad ogni rilascio di una nuova versione, ad aggiornare la distro con “prerelease”, stumento ottimo che aggiorna il sistema in modo piuttosto sicuro (a mio avviso, è un sistema migliore rispetto all’aggiornamento via “yum”, ma mai pulito quanto la reinstallazione da media).
Non è un segreto per nessuno che di solito tendo a tessere le lodi di Fedora, ma al contempo cerco di essere anche sufficientemente critico da riconoscere che la mia “prediletta” può non essere perfetta. Come già avvenne per Fedora 12, anche questa 16, non mi entusiasma eccessivamente.
La distro si dimostra da subito un po lenta, complice probabilmente anche la presenza di un processo costante (tracker), che tende a impossessarsi della CPU a tempo indeterminato. Dapprima ho provato a pulire e riavviare il database
$ tracker-control -r
$ tracker-control -c
$ tracker-control --start
Ma questa operazione non ha portato i benefici sperati. Ho dovuto optare per disattivare in via definitiva il tracker; nella cartella ” ho modificato i file relativi al tracker (tracker-miner-flickr.desktop tracker-miner-fs.desktop tracker-store.desktop) aggiungendo alla fine la riga
"Hidden=true"
E sembrerebbe, anche se non ne sono ancora sicuro, che il tracker sia sparito e con esso, il rumore incessante della ventola. (So che è pronto un aggiornamento del pacchetto “tracker”, e, appena potrò, sarò felice di testarlo).
Risolto questo problemino, anche quando la CPU non è sotto sforzo, o è proprio in idle, la macchina risulta sempre poco reattiva, e non sono infrequenti “stalli” di diverse applicazioni, tra cui anche Firefox. Anche nella normale decompressione di file molto grandi, pur rimanendo basso l’uso del processore e del disco, l’operazione va estremamente a rilento, almeno 10 volte più lento rispetto a quanto faceva il medesimo computer su Fedora15.
L’esperienza mi dice che tutto questo può dipendere da cause esterne alla distribuzione, partendo dal kernel, per arrivare a Gnome 3.2, il tutto senza coinvolgere minimamente il lavoro fatto dal Fedoraprject; detto questo però, l’esperienza di utilizzo che se ne trae non è certo ottimale. Se ci si aggiunge le grandi aspettative che avevo nei confronti di questa release, si può facilmente comprendere la mia delusione in merito.
Dico questo anche in considerazione del fatto che, con buone probabilità, alcuni di questi difetti verranno risolti da aggiornamenti nel corso della vita della release.
Infine, ribadisco quanto detto in merito ad altre distro “mainstream”; grub2 è pessimo. So bene che è il frutto di un grande lavoro, e so bene quale era l’intento dei programmatori, ovvero rinnovare ed aumentare le funzionalità di un programma chiave. Di fatto però, laddove prima vi era ordine, semplicità e chiarezza, adesso è tutto intrecciato ed ingarbugliato, e, per quanto possa sembrare arrogante, sono sicuro che era possibile fare questo in modo sicuramente più ordinato e “leggibile”.