Ecopass di Milano… ecologia all’italiana.

November 05, 2011 | 4 Minute Read

Mi permetto di uscire dagli argomenti tipici di questo blog, per esprimere, forse in maniere completamente inutile, il mio dissenso nei confronti del nuovo Ecopass, secondo quanto stabilito dalla giunta Pisapia.

Innanzitutto è opportuno fare delle piccole premesse tecniche; la mia automobile, quando paga o non paga l’ecopass, emette la medesima quantità di sostanze inquinanti nell’aria. L’ecopass di per se, non rappresenta una barriera magica che blocca i gas, che automaticamente ne rimangono fuori. Spostando tutto il traffico al di fuori, il risultato sulla qualità dell’area potrebbe risultare addirittura peggiore )basti considerare che tracce dell’inquinamento di Milano sonp percepibili sui ghiacciai del Monte Rosa, 150Km di distanza). Inoltre, quando si paga l’ecopass, in nessun modo tale denaro migliora la qualità dell’aria. Si può quindi affermare, senza particolare tema di smentita, che di “eco”, l’ecopass ha solo il fatto di disincentivare l’uso delle automobile in una determinata area.

Ciò nonostante, a livello di principio, sarei daccordo con l’idea dell’ecopass, ovvero come strumento volto ad invogliare i cittadini all’uso dei mezzi pubblici, a sfavore delle auto private. Mi riferisco al principio, perchè nell’attuazione del medesimo si perde tutta la bontà di un simile provvedimento.

Nessuno vuole negare che Milano, come altre città d’Italia, soffra del traffico e del relativo inquinamento (anche se non sono le sole automibili a generarlo), ed è alttrettanto chiaro quanto sia necessario intervenire.

Il provvedimento dell’ecopass, se fatto a fronte di un miglioramento “reale” del servizio di trasporto pubblico ed una incentivazione “seria” al loro utilizzo (partendo dal costo), sarebbe di per se auspicabile. Ma non ho visto niente di tutto ciò, anzi, ho potuto constatare solo un aumento dei prezzi, e una temporanea (spero) sparizione di alcune linee. E, a differenza di come si vuol far credere, per quanto sia migliore di altre città italiane, i servizio di mezzi pubblici nell’area di Milano, e ben lontano dall’ottimo, in particolare in particolare aree.

Trovo invece ridicole e fuori luogo, affermazioni del tipo “incentivare l’uso della bicicletta”; esistono un considerevole numero di fattori (fisici, ambientali, geografici e climatici) che fanno si che la bicicletta non possa che essere ad uso esclusivo di determinate categorie. Ma in generale, persone con problemi fisici non invalidanti ma comunque seri, o persone che mal sopporterebbero i climi più rigidi dei periodi più freddi, o persone che lavorano e vivono in aree geograficamente molto distanti sono escluse da simile possibilità. Per quanto sia giusto incoraggiare chi può ad utilizzarla, portarla come “soluzione” da la dimensione di quanto sia fuori dalla realtà intraprendere una simile strada.

Non basta liquidare il tutto dicendo “quelli che non usano i mezzi pubblici o la bicicletta sono pigri”, come mi è già capitato di senire, perché è onstamente un modo di non voler guardare in faccia alla realtà in favore di un buonismo “para-ecologico”.

Ce la possiamo rigirare quanto vogliamo sul quanto sia giusto salvaguardare l’ambiente, ma va fatto con criterio; un provvedimento che mette in difficoltà una grossa parte di cittadini, rischia inoltre di essere smantellato in una succesiva tornata elettorale, rendendo inutile ogni forma di sacrificio fatto sino a quel momento.  Inoltre, un procedimento così “grossolano”, che colpisce in maniera indistinta tutti, renderebbe certe zone ad uso esclusivo delle persone più danarose, che, con tutte le probabilità, guidano automibili assai più inquinanti.

Semplifcando quanto detto sin ora, mi sembra il classico caso di “nozze con i fichi secchi”; si cerca di importare rigidi e se vogliamo giusti modelli comportamentali dalle democrazie nord-europee, senza però importarne anche gli importanti schemi infrastrutturali.

In sostanza, non dico che non voglio l’ecopass, ma semplicemente che prima dell’ecopass c’è da rendere disponibili più mezzi pubblici e magari ad un prezzo più competivo (l’aumento del 50% secco mi è parso eccessivo, considerando che l’intento è quello di incentivare). Poi si potrà pensare di poter disincentivare l’uso privato dell’automobile, senza bloccare una città.

Ci tengo infine a precisare, che le mie considerazioni non hanno alcuno sfondo politico, ma solo di riflessione su alcuni aspetti pratici spesso poco considerati.