Chi è Hacker?

December 11, 2010 | 6 Minute Read

Chi è Hacker?


In questi giorni l'attenzione mediatica si sta nuovamente concentrando sul mondo degli Hacker a causa della guerriglia informatica che sta causando il "Caso Assange" che vede come protagonisti i suoi sostenitori, gli "Anonymous".
L'attenzione è sempre più alta, da quanto l'operazione "vendetta" (Operation Payback) ha portato a rendere inutilizzabili vari siti web istituzionali e economici (come Visa e Mastercard) a causa di continui attacchi DDoS.
Ma non siamo qui a parlare di cronaca, come al solito i giornalisti continuano ad usare l'ormai pittoresco termine "Hacker" per ogni cosa che riguarda la criminalità in rete, nulla di più sbagliato. Persino gli Anonymous hanno rilasciato un comunicato nel quale si distanziano da quel termine, e non solo, persino la famosa rivista Hacker "The Hacker Quarterly", ha condannato apertamente gli attacchi DDoS eseguiti contro i siti web "rei" di non sostenere Assange. E io, alla fine, mi ritrovo a ripetere sempre le stesse cose :-)
Ma allora diciamolo, chi è Hacker?
Essere Hacker è uno stile di vita, un modo di pensare, non si può pensare di diventarci con un corso, e non si può dire di esserlo, perché solo un'altra persona, che ti vede dall'esterno, può classificarti come tale. Un Hacker trova piacere nelle sfide della vita, nel tentare di risolvere un problema o un limite apparentemente insuperabile, che gli altri non tentano nemmeno di superare.
E qui sfatiamo il primo mito: Gli Hacker non esistono solo nell'informatica. Esistono in ogni campo dove l'ingegno umano può essere applicato al fine di risolvere una sfida. Infatti i primi Hacker storicamente sono stati dei ragazzi nel campus del MIT appassionati di modellismo ferroviario durante gli anni sessanta.
Diciamolo, questo termine è denso di significati difficili da trasmettere a parole. Il mio mondo è l'informatica, quindi posso dire quale è la visione di questo mondo dal mio punto di vista, che rimane comunque parziale.
Un Hacker programmatore è spinto dal desiderio del "bello" ovvero dal "codice elegante". Trovare una soluzione di programmazione nuova, efficiente e semplice. Non per niente molti dei programmi di successo che tutti noi usiamo sono stati programmati da Hacker. Non solo, un Hacker tenta di sfruttare un sistema o un programma in modi nuovi, a cui nessuno aveva pensato, al fine di trovare soluzioni nuove e "eleganti". Ma c'è anche un aspetto ludico in tutto questo, trovare il piacere nel creare programmi per puro diletto, al solo scopo di divertirsi.
Molta gente non capisce come sia possibile divertirsi programmando, e infatti quando mi vedono a programmare cose apparentemente inutili si chiedono e mi chiedono il motivo per cui lo faccio. Fidatevi, io mi diverto :-) 
Da dove deriva la connotazione oscura sul significato del termine che ogni giorno ci propinano i giornali? E' presto detto. Un Hacker, come già detto, gode nel "rompere" i limiti che ha, il che può essere positivo molte volte, ma se quel limite si chiama "legge", la cosa può non essere così bella.
Gli Hacker sono esseri umani, non dimentichiamolo mai questo, e la filosofia dell'Hacker non è nè buona nè cattiva, sta alla persona decidere che "morale" seguire.
Quando i computer si diffusero al grande pubblico saltarono fuori inevitabilmente degli Hacker che seguirono una morale anarchica e ribelle, i quali non si divertivano più ad andare oltre i limiti, si divertivano e si concentravano ad andare contro i limiti che gli venivano imposti dai potenti, e una volta superati, si divertivano a "vendicarsi", danneggiando il sistema che avevano violato.
Qui notiamo la nascita dei virus informatici su larga scala, prima relegati alle università come innocui codici auto-replicanti, creati per dimostrare che era possibile crearli. Ora invece i computer potevano essere infettati e danneggiati da poche righe di codice.
La comunità Hacker non la prese bene, come potete ben immaginare, e reagì in due modi distinti: per prima cosa relegò questi criminali in un sottogruppo chiamato "Cracker" da cui prendere le distanze, per seconda cosa si definì (notare che tutto è stato fatto con il 100% della democrazia, nessuno ha imposto nulla) una morale che tutti gli Hacker sono invitati a seguire. Chi non la segue, cade naturalmente nel sottogruppo dei Cracker.
Ripercorriamo insieme queste semplici linee guida, riformulate per tentare di schematizzarle, dato che una fonte vera e propria non esiste:
1) Non danneggiare mai alcun sistema, rispetta il lavoro altrui.
2) L'accesso ai computer e alle informazioni deve essere libero e illimitato.
3) Dubita di un autorità centrale, pensa con la tua testa.
4) Giudica le persone in base al loro merito, non in base a preconcetti come età, razza o idee.
5) Sii artistico, cerca il bello in quello che fai, non farlo tanto per fare.
6) Usa i tuoi mezzi per migliorare il mondo in cui vivi.
Come al solito sento di non essere riuscito a esprimerle bene, poiché sono regole non ben scritte, ci sono varie scuole di pensiero, e sono difficilmente schematizzabili.
Con rammarico devo dire che questo termine sta morendo, soppiantato sempre più dal suo "lato oscuro", che con così tanta fatica ha sempre tentato di tenere lontano da sè. Nei giornali, nei film, e negli stesso internet, è sempre più comune vedere associare il termine "Hacker" al termine "Pirata Informatico", gli stessi Cracker hanno creato varie regole, sullo specchio di queste, stravolgendone il significato.
Caro lettore, permettimi di farti una domanda a questo punto. Nel mondo in cui viviamo, chi è Hacker?