Internet: forse qualcosa è andato perduto?

November 09, 2010 | 7 Minute Read

Per correttezza vi dico subito che questo è uno dei miei soliti commenti lunghi, nostalgici, potenzialmente un po’ arroganti e qualche volta inevitabilmente “snob“. Sapendo questo, sappiate che capirò se, presi da un sano istinto di autoconservazione, deciderete di non andare oltre nella lettura. Probabilmente, se non dovessi leggere quello che scrivo, anche io avrei smesso.

No, non è un articolo tecnico su come ricercare dei file sulla rete o similari. Quello che “è andato perduto” non è un file, un documento, un testo o qualsiasi altra forma di archivio, ma il senso stesso del mezzo, e a volte anche il senno. Quello che si è perso altro non è che una idea, un voglia, un entusiasmo, un’euforia che nel tempo si è perso.

Per capire quello che sto dicendo è necessario forse un passo indietro e cercare di definire cosa è (o doveva essere) internet per me. Non sono un ragazzino, ma neanche un vecchio, non ho visto nascere internet, ma ho avuto modo di vivere alcune delle sue fasi di massimo sviluppo negli ultimi 15 anni. Per quanti l’avessero dimenticato, internet come lo intendiamo oggi (ovvero come World wide Web) nasce nel 1990, molto dopo la nascita stessa di internet. Mi ricordo con grande affetto le prime volte che mi collegavo alla rete, attraverso un modem 33.6 (sostituito dopo poco con un 56k); quella serie di rumori era la porta di ingresso verso un mondo nuovo, fatto di pagine “statiche”, di siti approssimativi, di foto in bassa qualità e di chat IRC. Non so nemmeno spiegarvi l’emozione che dava una cosa del genere, ed ogni giorno era la scoperta di un nuovo sito, di nuove risorse, di condivisioni difficili da trovare, di servizi che non pensavi nemmeno ti potessero servire, e l’email sembrava quasi inutile dato lo scarso numero che me ne arrivavano. Tutto il mondo sembra contemporaneamente sconfinato e al tempo stesso tutto nel palmo della mia mano sinistra ( da mancino strano quale sono, uso il mouse con la sinistra, ma con i tasti non invertiti)

Per assurdo era buffo, andare a scuola, parlare del “potere espressivo della rete”, e sentirmi rispondere da dei coetanei e meno (professori) che il telefonino con gli sms bastava ed avanzavano ( non sapendo che ben presto il telefonino sarebbe andato a bussare alla rete, con tanta riverenza).

Internet doveva essere un “posto” di condivisione, di conoscenza, di scambio, di idee, di notizie e, perchè no, anche di divertimento; badate bene, non dico che in molti casi non sia così, ci sono numerosi servizi lodevoli, alcuni dei quali non sarei nemmeno riusciti a pensarli 10 o 15 anni fa. Il fatto di avere internet ovunque rende e renderà la nostra capacità di dare e avere informazioni sempre più paritaria ed immediata, sempre che si mantengano questi criteri.

Quello che però vedo molto spesso, è l’utilizzo “sbagliato” (per la mia personale opinione) della rete; è vero che tanti si collegano alla rete, ma molti di questi lo fanno per fare sempre le medesime cose ( Facebook, MSN, posta e poco più). Di base non ho niente contro Facebook, anche io lo utilizzo come “mezzo di comunicazione”, data la sua grande capacità di mettermi in contatto con un numero considerevole di  persone. Ma di fatto, Facebook, così come altri servizi di Social Networking (SN) non va assolutamente preso passivamente come “primo intermediario” del nostro accesso ad internet. Quello che vedo (e qui passerò irrimediabilmente da snob, ma non ci posso fare niente) è una nuvola di nuovi utenti della rete e di ragazzini che oltre a scrivere sotto forma di fonemi nei vari SN, a passare il tempo sui giochi, a utilizzare la rete come terreno di caccia sessuale e a pubblicare cose molto al di sotto il limite della demenza, fanno ben poco. Si badi bene, che questo non è riferito solo ai ragazzi, ma anche ad un corposo battaglione di “neofiti digitali” oltre una certa età.

E non voglio fare neanche il “predicozzo” alla Moige (Movimento Italiano Genitori, al quale mi permetto di muovere un appello; se i vostri si drogano, bevono, rubano o fanno qualsiasi altra fesseria del genere, non è colpa di internet o dei video-giochi, dei programmi TV o dei fumetti, ma è proprio la vostra, e pur di non accettare le vostre responsabilità o quelle dei vostri figli, cercate di addossarla a cose che non c’entrano niente) perchè proprio non è nelle mie corde.

Quello che sto cercando di dire, è che non penso di aver espresso con il massimo della chiarezza, è che si è perso lo spirito che stava e che dovrebbe stare dentro colui che ha la fortuna di potersi collegare alla rete. Le possibilità conoscitive offerte dalla rete, la possibilità di approfondire, scoprire, creare, condividere, diffondere che sono offerte dalla rete dovrebbero essere le prime fonti di entusiasmo per chi entra in internet (oggi non si dice più così, ma le lunghe attese, ed i forti rumori del modem 33.6 ti davano maggiormente l’idea di entrare fisicamente in un posto).

Quello che vedo invece è gente che aggiorna in continuazione la pagina del SN in attesa che qualcuno meno apatico di lui pubblichi quel numero di fonemi necessari ad esprimere un pensiero che vada oltre al ciao, o che passa il tempo a vedere e rivedere i soliti video infantili su youtube, o che passa la vita a commentare gli articoli scritti sulle riviste on-line (PI, Gazzetta, Sport Mediaset e via dicendo..), lanciando discussioni inutili, ripetitive e alla ricerca di un altrettanto inutile litigio con chi sostiene l’idea politica, tecnologica e l’atleta differente dal loro. Vedo altre persone che si fanno grandi dentro le comunità di video giochi, cercando di ottenere con l’abilità videoludica, quel briciolo di autostima che le proprie capacità sociali non sono riusciti a conquistare, o che se ne stanno chiusi sempre nel loro gruppo ristretto di persone conosciute on-line.

Molti mi dicono che questa è la logica della diffusione di massa, e che il livello dell’utenza, inevitabilmente doveva scendere e scendere ancora. Una parte di me però si ribella a questo principio, e vorrebbe che Internet, così come l’ho conosciuta io, fosse ancora il mezzo per avere il mondo a portata di mano, e non il sistema per comunicare sempre e solamente con il tuo ambiente più prossimo.

Come dicevo prima, non tutti gli utenti sono così, e penso che anche la “media” non sia da buttare, ma la “moda” non la metterei certo come dato confortante.

Se quindi internet è, come già gli altri media, lo specchio dei suoi utenti, è davvero impossibile migliorare e tornare a degli standard più elevati?

Internet si è diffuso, questo è certo, solo che tra gli utenti del WWW del 1995 e quelli del 2010, qualcosa irrimediabilmente, è andato perduto.